Il regolatore australiano si sta preparando per Brexit
La partenza ufficiale dall'Unione Europea da parte del Regno Unito è prevista per 29 nel marzo dell'anno 2019. Le condizioni per uscirne sono ancora oggetto di lunghe trattative, il cui esito non è chiaro ed evidente.
Mano australiana sul polso
L'intera situazione è penetrante guarda ASICche ha monitorato le ulteriori attività del Regno Unito da diverso tempo. Collabora con la British Financial Supervision Authority e la Bank of England. Monitorando la situazione, ASIC vuole prevedere gli effetti Brexit in un certo senso. La loro conoscenza permetterà istituzioni australiane di vigilanza sui mercati finanziari e piano in una certa misura preparare azioni appropriate. Il regolatore ha detto in una dichiarazione fornisce informazioni su come prepararsi per una possibile separazione con l'Unione sul principio di "nessun accordo". Questa opzione viene presa in considerazione e, inoltre, dichiara la propria disponibilità nella gestione delle conseguenze derivanti dalla scenario di cui sopra.
Il peso del regolamento cadrà su chi
ASIC si impegna principalmente a rafforzare la cooperazione con i regolatori britannici. Quando il Regno Unito lascia l'Unione europea, l'onere della supervisione sul mercato finanziario ricadrà sulle spalle di FCA. Questi saranno principalmente poteri relativi al controllo delle agenzie di rating, dei parametri di riferimento e dei repertori di dati sulle negoziazioni, che sono attualmente controllati e regolamentati a livello europeo dall'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA).
Perché ASIC sta osservando con tanta attenzione le attività del Regno Unito
Il regolatore australiano è a conoscenza del funzionamento delle quasi 300 aziende britanniche che operano nel suo paese.
Nel messaggio ASIC leggiamo:
"Ci aspettiamo che le aziende abbiano misure di emergenza adeguate per mitigare i potenziali effetti della Brexit".
Quasi tutte le società 285 forniscono servizi finanziari con un'autorizzazione rilasciata da ASIC. Le azioni intraprese da questa istituzione mirano anche a proteggere le loro aziende che operano in Gran Bretagna.